Le piante stabilizzate consentono di arredare facilmente gli interni e di dare un tocco di eleganza che, in alcuni casi, può davvero lasciare senza fiato. Oltre che nelle abitazioni private, le piante stabilizzate trovano posto anche in ambienti pubblici come ristoranti, studi medici o spazi fieristici. In particolare, in questi luoghi la loro presenza è molto apprezzata per via delle loro caratteristiche che donano all’ambiente luce, spazio e colore che sarebbero sacrificati con l’utilizzo di altri tipi di decorazione. Ma perché il loro utilizzo rende unico ogni ambiente? Come possiamo sfruttarle per decorare in modo elegante ed ecosostenibile gli spazi interni?
Piante stabilizzate: cosa sono
Il processo che porta alla realizzazione di una pianta stabilizzata è del tutto simile a quello dell’imbalsamazione. Dalle piante e dai vegetali naturali viene estratta la linfa; questa è poi sostituita da una soluzione che contiene glicerina, acqua e nutrienti. Proprio la glicerina permette all’acqua di rimanere all’interno della pianta e alle sostanze nutritive di rendere le foglie lucenti, aiutandole a mantenere il loro colore vivace.
Dopo un’accurata selezione delle piante migliori, queste vengono immerse in una vasca che contiene la soluzione a base di glicerina; qui, la linfa evapora e la soluzione prende il suo posto. Terminato il processo, la pianta viene lasciata essiccare per una decina di giorni ed è quindi pronta per essere esposta come complemento d’arredo.
Si tratta, quindi, di un processo di conservazione della pianta viva, che aumenta la sua durata nel tempo senza che questa abbia bisogno di “manutenzione”. Le piante stabilizzate, infatti, non hanno bisogno di acqua o luce, e il loro ciclo di vita può durare anche fino a dieci anni.
Perché scegliere le piante stabilizzate per arredare
Scegliere una pianta stabilizzata come complemento d’arredo porta numerosi vantaggi. Le loro caratteristiche peculiari le rendono parte integrante degli ambienti interni e donano alla stanza una particolare eleganza. Arredare con le piante stabilizzate permette un risparmio economico e si rivela quasi sempre la scelta migliore.
Manutenzione
Il processo di realizzazione delle piante stabilizzate fa sì che esse non abbiano bisogno né di luce né di acqua per continuare a restare in vita. Si tratta, come detto, di una vera e propria imbalsamazione, per cui non servirà innaffiarle o esporle all’aria esterna perché queste continuino a vivere. Questo riduce di molto i costi relativi alla manutenzione e al ricambio continuo in caso di scelta di piante vive.
Sicurezza
Senza il processo di fotosintesi clorofilliana, le foglie delle piante stabilizzate non vengono attaccate da insetti o batteri. Questo permette loro di rimanere in vita e di mantenersi intatte. Sarà quindi impossibile notare foglie rovinate o bucate come avviene con le piante vere quando vengono aggredite da alcuni parassiti. Sono perfette, quindi per ristoranti o agriturismi e possono essere posizionate anche vicino ai tavoli.
Pulizia
Le foglie delle piante stabilizzate non cadono mai e, di conseguenza, non sporcano l’ambiente. Per la loro manutenzione non si utilizza né terra né acqua, e questo riduce di molto il rischio di lasciare residui sul pavimento. Ecco perché, in particolare in ambienti, ad esempio con pavimenti bianchi e lucidi, sono particolarmente adatte.
Vitalità
Il processo di stabilizzazione, con l’utilizzo della soluzione a base di glicerina, non permette alla pianta di invecchiare o appassire. Non si vedranno mai, quindi, rami flosci o foglie essiccate. La pianta resterà esattamente nella condizione in cui era al momento della stabilizzazione.
Spazialità
Allo stesso modo, le piante stabilizzate non aumentano di dimensioni. Questo, oltre a facilitare la loro manutenzione (pensiamo, ad esempio, alla potatura), consente di posizionarli in “ambienti su misura” senza che lo spazio circostante venga invaso da rami o foglie durante la crescita nel tempo. Un esempio classico è una teca di vetro su misura o una nicchia all’interno della parete.
In quali ambienti utilizzare le piante stabilizzate
Arredare gli ambienti interni non è mai semplice, ma l’utilizzo di piante stabilizzate può dare quel tocco di eleganza in più che con altri tipi di arredi non sarebbe possibile. Oltre al risparmio sui costi di manutenzione e sostituzione di eventuali piante vive al termine del loro ciclo vitale, scegliere una pianta stabilizzata permette di valorizzare alcuni tipi di ambiente nei quali, a volte non è possibile inserire piante vive.
Nei ristoranti
Le piante stabilizzate possono essere posizionate vicino ai tavoli senza dare fastidio ai clienti. La loro condizione “congelata” consente un utilizzo anche all’esterno senza che queste subiscono il clima o l’aggressione dei parassiti. Utilissime in quei particolari ricevimenti, dove possono comparire in foto al pari delle piante vere donando colore e vivacità allo scatto.
Nelle camere da letto
L’assenza di fotosintesi clorofilliana permette, ad esempio, di utilizzare piante da esterno anche all’interno, senza che queste diano difficoltà respiratorie durante la notte. È possibile anche posizionarle vicino al letto dato che non sporcano e non appassiscono.
Negli eventi
Alcuni eventi prevedono un’ordinazione anche mesi prima della data di inizio. Ecco che le piante stabilizzate possono essere scelte senza problemi di stagionalità ed arrivare al giorno dell’evento come se fossero state appena comprate. Inoltre, è possibile un loro riutilizzo in caso di eventi ripetuti nel tempo, come repliche a teatro o festival annuali.
Consigli per l’utilizzo di piante stabilizzate
Nonostante i vantaggi derivanti dal processo di stabilizzazione, anche le piante stabilizzate, come ogni oggetto, possono impolverarsi. In questo caso è bene non utilizzare prodotti per la pulizia: questi contengono acqua e altre sostanze che possono danneggiare le piante. È possibile utilizzare una bomboletta ad aria o un panno cattura polvere.
Da evitare anche l’esposizione diretta alla luce del sole, in particolare per un periodo prolungato di tempo. I raggi solari tendono a modificare il colore della pianta rendendola inutilizzabile in caso si sia fatto molto affidamento, durante la scelta, all’intonazione con l’ambiente.